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Quando nel 1675 si verificò il prodigio della sudorazione, tra i pellegrini illustri accorsi a venerare l'Immagine intervenne anche il giovanissimo Cardinale Francesco Orsini, arcivescovo di Benevento, il quale riconobbe come soprannaturale il prodigio a cui aveva assistito.
Con il trascorrere del tempo la sua devozione non venne meno: tornò ancora come pellegrino nel Santuario e nel 1727, ormai eletto Papa con nome di Benedetto XIII, volle tornare a Frosinone per venerare la Madonna della Neve.
In quell'anno si era recato in visita alla sua antica diocesi di Benevento, che era provincia dello Stato Pontificio.
Durante il viaggio di ritorno, il 21 maggio 1727, vigilia dell'Ascensione, si fermò nel convento con tutto il suo seguito.
Nell'archivio segreto Vaticano, al fondo Agostiniani Scalzi, si conserva la descrizione di questo avvenimento: «... con la Prelatura, Bussolanti, Cavallegieri, Svizzeri alloggiò in convento, fece orazione nel coro inferiore, a mezz'ora di notte col P. Domenico confessore disse l'officio, cenò di pesce.
La mattina della Ascensione celebrò all'altare maggiore, assistè a cantare in coro coi prelati e 18 nostri religiosi l'officio e Messa... pranzò in camera... Il giorno dopo andò in carrozza dicendo il Rosario e molto popolo lo segui. Il marchese Livio De Carolis fece le spese a tutti li calessi che furono 92. Parti a venerdì ad ore 9».
Nello stesso documento si specifica che i religiosi presenti erano 23 e che cinque di essi non poterono partecipare alla liturgia solenne perchè impegnati nelle confessioni. Il giorno dell'Ascensione il Papa si affacciò per ben tre volte dalla finestra centrale del convento per benedire il popolo presente. Si calcolarono ben 15.000 persone accorse da diversi luoghi.
Il marchese Livio De Carolis fu il munifico accompagnatore di questo viaggio e fu lui a far erigere una lapide in ricordo della visita, lapide che fu murata sotto la finestra dalla quale il Papa impartì la benedizione al popolo, sopra il portone centrale.
Il Papa proseguì il viaggio per Prossedi sempre scortato dal marchese De Carolis il quale fece poi costruire una fontana e scrivere una lapide simile alla prima alle porte di questo paese.
Anche Pio IX visitò il Santuario il 14 maggio 1863, e anche in questa circostanza ricorreva la festa della Ascensione.
La descrizione di questa visita è vivacemente riportata nel libretto delle Notizie Storiche del Santuario e ho voluto trascriverla interamente: «Appena giunto in città l'Augusto Pontefice espresse vivo desiderio di pellegrinare ai piedi della Vergine nel suo Santuario della Neve. Infatti nelle ore pomeridiane, seguito da nobile comitiva, discese al Santuario.
In prossimità di questo smontò dalla carrozza e, passando in mezzo a due fitte ali di popolo acclamante e festoso, giunse all'altare di Maria.
In quei giorni dimorava con i Padri Mons. Ricciardi Vescovo di Nola, in compagnia di P. Innocenzo da S. Alberto, Generale degli Agostiniani Scalzi e di altri superiori venuti da Roma.
Dal detto Mons. Ricciardi esposto il SS.mo Sacramento, il S. Padre l'incensò e incensò pure la sacra immagine di Maria.
Impartita quindi la trina benedizione dal medesimo Mons. Ricciardi, Sua Santità si degnò recarsi in convento ed entrare in noviziato, dove fu ricevuto nella stessa cella che fu già dimora di Benedetto XIII nel 1727.
Detta cella nel 1852 fu ridotta a cappella dei novizi. Quivi allora veneravasi una prodigiosa Immagine del S. Bambino, che ora trovasi nel convento di S. Maria Nuova presso S. Gregorio da Sassola e che appartenne già a S. Tommaso da Villanova.
Al di sopra della porta di detta cappella stava affissa la lapide commemorativa; e con sua meraviglia il S. Padre rilevò che appunto nel medesimo giorno, festa dell'Ascensione del Signore, Benedetto XIII dimorò in quella camera.
Nel leggere l'epigrafe Pio IX confuse le due date, cioè il 1727 data della dimora di Benedetto XIII, col 1852 data in cui la cella fu ridotta a cappella dei novizi.
"Ma come nel 1852 - disse il S. Padre - abitò quivi Benedetto XIII? Non regnavo io forse?!". Fatta avvertita dell'equivoco, Sua Santità rispose in modo faceto: "Torto a me e bastonate a voi altri". Venerato il Santo Bambino, l'augusto pontefice ricevè da un novizio la storia del Santuario e l'Immagine della Madonna chiusa in una ricca cornice. Ammise quindi al bacio della sacra destra e del piede tutta la famiglia religiosa non che altre persone. Prima di partire si affacciò da un finestrone (lo stesso dal quale Benedetto XIII benedisse quattro volte le devote popolazioni) che prospetta il piazzale, da dove impartì l'apostolica benedizione al numerosissimo popolo accorso da tutti i vicini paesi». Anche per questa circostanza fu murata una lapide ricordo sopra l'ingresso interno del convento. Altri Pontefici hanno avuta una particolare devozione verso la Madonna della Neve. Abbiamo ricordato Clemente X che per primo concesse l'indulgenza plenaria per il giorno della festa, ed anche Clemente XIII nipote di Mons. Rezzonico, che aveva voluto far porre una lapide sul sepolcro dello zio. I due Papi
Il giorno 3 maggio 1843 il Papa Gregorio XVI, che si trovava ad Anagni, visitò la città di Frosinone, accolto festosamente da tutta la popolazione. Il giorno seguente si recò ad Alatri e, al ritorno, si soffermò anche davanti al Santuario della Madonna della Neve, dove era stato allestito un grandioso arco trionfale a cura della famiglia De Santis.
Nel 1894, in occasione del II centenario della incoronazione un altro papa, Leone XIII volle dimostrare la sua benevolenza donando alla chiesa un magnifico ostensorio
Recentemente un altro Papa ha sostato davanti al santuario impartendo la benedizione al numeroso popolo frusinate accorso per incontrarlo. Il giorno 1 settembre 1966 Paolo VI si recava al paese di Fumone per rendere omaggio alla memoria di un suo illustre predecessore, S. Celestino V. Arrivato alla piazzetta antistante il Santuario il corteo pontificio si fermava per pochi minuti mentre la folla acclamava festante. Il S. Padre, dopo aver ascoltato il saluto delle autorità, rivolgeva alcune parole ai presenti e concedeva la sua benedizione. E adesso non ci rimane che sperare in una nuova graditissima visita.