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D. A. CAPUTI
"...un pittore dell'Abazia di Casamari"
"San Giuseppe protettore della Chiesa Universale"
San Giuseppe protettore dell'Ordine degli Agostiniani Scalzi.
"Il quadro di San Giuseppe realizzato dal Caputi"
Breve scheda iconografica
Nel 1961 padre Caputi è stato ospite presso la Parrocchia Madonna della Neve, per un breve periodo e nel rispetto della regola benedettina: "Ora et Labora" ha trascorso molto del suo tempo nella metidazione e dipingendo.
Al termine delle sue fatiche artistiche ha lasciato in parrocchia una bella pala d'altare che raffigura san Giuseppe Patrono della Chiesa Universale.
La pala del Caputi, un olio su tela, è collocato nell'abside della chiesa, alla destra osservando l'altare maggiore.
Lo schema iconografico della pala appare semplice, pulito e ricco di significati.
Con la sua composizione il Caputi ha voluto trasmettere ai fedeli un messaggio, semplice ma efficace: la Chiesa Universale affratella tutta la cristianità sulla terra, dall'ultimo dei credenti fino al Sommo Pontefice e la Chiesa non tralascia nessuno ma accoglie caritatevolmente ogni creatura terrena.
Osservando la tela notiamo al centro del dimpinto, in posizione eretta, san Giuseppe presenta al mondo, alla Chiesa Universale: il Bambino Gesù, con le braccia aperte, nell'atto di accogliere tutte le creature dell'universo.
San Giuseppe compie un gesto semplice nel presentare il figlio issandolo sul geoide terrestre. il Re dell'intero creato.
Nel nostro vivere quotidiano abbiamo maturato la convinzione che la Chiesa sia una parte del nostro essere. Certamente una parte importante e integrante del nostro universo, ma pur sempre una parte della nostra esistenza.
Nel quadro del Caputi, il gesto di san Giuseppe, giustamente rovescia l'idea che abbiamo della Chiesa Universale che è il fondamento della nostra stessa esistenza e che siamo noi ad essere una componente della sua universale spiritualità.
E' semplicemente questo è il grande messaggio che leggiamo nell'opera.
Possiamo solo aggiungere, come riflessione di carattere generale, che il semplice gesto di Giuseppe nel sorreggere il figlio, ha molte similitudini con i nostri gesti quotidiani: il gesto di ogni genitore che solleva il proprio figlio nel presentarlo agli ospiti.
Durante le nostre feste casalinghe spesso solleviamo e adagiamo il nostro bambino sopra un ripiano, per ascoltare le sue parole, per godere del suo sorriso, oppure per lo scatto di una semplice fotografia.
Ebbene, anche se siamo certi e sicuri della sua stabilità, della sua incolumità, nessun genitore abbandona completamente il figlio, continuando a sorreggerlo con paterna premura.
Un seplice gesto, rappresentativo e premuroso, che maggiormente ci avvicina alla figura peterna di Giuseppe.
Aggiungiamo, infine, che l'artista inserisce un secondo ulteriore elemento a sottolineare il carattere universale della Chiesa: la cupola michelangelesca di san Pietro.
L'immagine della cupola romana completa l'opera. Un'immagine universale, a tutti nota, in ogni continente. L'impronta che appartiene al patrimonio culturale mondiale e che ad essa è associata l'idea stessa della cristianità, del Papa, del vaticano e della romanità.
La luce del quadro, le figure degli angeli e il giglio, sibolo universale della catità, rappresentano il naturale coronamento dell'opera stessa.
"Commento predisposto dalla Commissione Culturale - V. Papetti - aprile 2008"