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Filippo BALBI
"...pittore di scuola napoletana"
Filippo BALBI è nato a Napoli nel 1806, figlio di scultore, compie gli studi presso l'Accademia delle Belle Arti di Napoli, successivamente, per completare i suoi studi raggiunge Roma, dove ebbe modo di farsi conoscere ed apprezzare nel mondo artistico della capitale.
Nel 1844 gli viene commissionata, dai Padri Agostiniani di Frosinone, la realizzazione di una pala d'altare raffigurante la "Madonna della Cintura" per il Convento della Madonna della Neve a Frosinone.
Successivamente, dal 1854 si reca per lunghi periodi nella Certosa di Trisulti perché i certosini gli commissionarono diversi lavori per la Chiesa.
L'impegno è tale che nei primi mesi del 1859 vi rimane a dimorare stabilmente.
Numerose sono i quadri, gli affreschi, le opere e le lunette che il Balbi esegue nella Certosa, impreziosendo la Chiesa di San Bartolomeo e la locale Farmacia.
Fra le sue opere una delle più singolari è rappresentata dalla famosa "Testa anatomica" che risale al 1854, di cui ora rimane solo una copia in quanto l’originale viene custodito nel Museo di Storia della Medicina dell'Università La Sapienza di Roma.
La caratteristica di quest’opera è legata al fatto la “Testa anatomica” raffigura un volto le cui parti, in una sorta di sapiente puzzle, vengono raffigurate con immagini di uomini in miniatura a rappresentare ogni singola componente anatomica e muscolare.
L’opera, per la sua particolare originalità, è stata inviata anche all'Esposizione universale di Parigi del 1855.
E' negli affreschi preziosi realizzati nella Farmacia che esplode la scuola napoletana del Balbi e l'indole dell'artista, che ha realizzato suggestive, scherzose ed enigmatiche decorazioni, unitamente alla cura particolare per i dettagli, arrivando a disegnare anche le etichette dei vasi per le erbe e le sostanze medicamentose.
Fra le curiosità più enigmatiche è visibile il "SATOR" e una figura di un personaggio mitologico l'Abante dalle sembianze taurine contraddistinta da una scritta: "MA IL CAMBIAR DI NATURA E' IMPRESA TROPPO DURA".
Si ottiene così la seguente frase: "IL TORO TRAMUTA PER MEZZO DEL CREATORE IN UOMO, MA IL CAMBIAR DI NATURA E' IMPRESA TROPPO DURA".
Altrettanto enigmatico appare il "SATOR" eseguito intorno al 1860
Questo celebre quadrato, raffigurato dal Balbi, è formato da cinque parole di cinque lettere ciascuna. Poste una sotto l'altra, in colonna, possono essere lette da sinistra a destra, da destra a sinistra, dall'alto in basso, dal basso in alto.
La parola della colonna e della riga centrale, "tenet", letta a rovescio, dall'alto in basso e viceversa, rimane sempre identica.
Se scriviamo tutte e cinque le parole di seguito "rotas - opera - tenet - arepo - sator", la frase che ne risulta può essere letta ugualmente bene anche in senso contrario, costituendo, quindi, un palindromo.
Dopo qualche lustro, nell'agosto del 1863 il Balbi si trasferisce nella vicina Alatri, pur continuando il suo lavoro a Trisulti, restandovi almeno fino al 1884.
Anche ad Alatri, come a Collepardo, il pittore ha lasciato opere e tele una, in particolare, raffigurante "l'Immacolata Concezione", realizzata nel 1877, trovasi ad Alatri ed è esposta nella Chiesa della Consolazione.
L'artista si spegne ad Alatri il 27 settembre 1890, alla bella età di 84 anni. E' stato sepolto nella cappella dei Padri Scolopi.
"Commento predisposto dalla Commissione Culturale - marzo 2008"