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L'immagine dipinta nella cappellina fatta erigere dal Ginnasi ebbe fin dall'inizio il titolo di Madonna della Neve.
Giustamente ci si chiede quale ne fu l'origine e perchè proprio questo titolo. Varie sono le ipotesi anche autorevoli.
Il primo storiografo del Santuario il Padre Pio Bianchi di s. Agnese, agostiniano scalzo, ne parla nel suo libretto:"Notizie storiche della miracolosa immagine di S. Maria della Neve", che è stato per secoli l'unica fonte di notizie.
Il Libro fu stampato una prima volta in Roma per i tipi di Antonio Fulgoni nel 1794.
Fino a qualche decennio fa era diffusa tra i fedeli una ristampa del 1931, alla quale ci riferiamo nelle citazioni.
Secondo questo autore non poteva essere trovato un titolo più adatto in quanto, come la neve col suo candore ricopre e nasconde ogni sozzura della terra, così Maria SS.ma intercede presso il divino Giudice per ogni peccatore, quasi coprendo e nascondendo davanti a Lui le innumerevoli ed orrende colpe degli uomini con la sua singolare purezza e candore.
Lo stesso concetto viene ribadito nella citazione di un sermone di s. Bernardo:"Maria è neve che copre la bruttezza dei nostri delitti, giacchè con il suo intervento sono vestiti di innocenza e di castità; infatti la neve con la sua presenza ricopre anche i luoghi più fetidi".
E' abbastanza evidente il richiamo biblico espresso dalla neve. Ossia la cancellazione delle colpe che viene effettuata con la redenzione del Messia.
Il testo è del profeta Isaia che fa affermare al Signore Dio:"Se i vostri peccati fossero di colore scarlatto diventerebbero bianchi come la neve".
Ma non mancano ipotesi, diciamo così, storiche che possono giustificare
il titolo di "Madonna della Neve".
Padre Ignazio Barbagallo (Cfr.I.Barbagallo, o.c. - pag. 193) fa un preciso riferimento alla basilica romana di S. Maria Maggiore che, come è noto, trae il suo titolo originale "S. Maria ad Nives" dall'episodio miracoloso della caduta della neve sul monte Esquilino il 5 maggio del 352.
E' logico che il nome dato alla chiesetta di Frosinone non è legato primariamente all'episodio della neve quanto invece al monte Esquilino su cui avvenne l'episodio e su cui in seguito venne eretta la basilica romana.
Era l'Esquilino infatti uno dei colli di Roma su cui fin dai tempi di Servio Tullio venivano eseguite le pene capitali. Con l'avvento del cristianesimo i condannati a morte vennero così posti sotto la protezione della Madonna che in quel luogo aveva il tempio maggiore.
Da antichissima data dunque la Madonna della Neve fu patrona dei condannati a morte. Ne fanno fede anche gli autori:(Rivelli A.V. Memorie storiche delle città di Campagna, Salerno vol. II, 1895) - "La più antica di istituzioni (confraternite), la cui origine si perde tra le ombre dei secoli è la Congregazione di S. Maria della Neve... non avendo di speciale che l'obbligo di assistere i condannati alla pena capitale".
Ecco perchè Mons. Domenico Ginnasi facendo costruire la chiesetta volle fosse denominata col propizio e significativo titolo di Madonna della Neve.