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Un impianto per il sollevamento dell'acqua.
Mentre le acque del fiume scorrevano sotto i ponti, la città scriveva indimenticabili pagine di storia militare e sociale. Nei secoli succcessivi la città crebbe anche ai piedi della Rocca e proprio sotto l’aspetto sociale era difficile coniugare la grande disponibilità d’acqua con le esigenze della popolazione rimasta arroccata in collina.
Il trasporto a mezzo botti, caricate sui carri, non era più sufficiente a garantire il rifornimento delle cisterne di una cittadina assetata e in rapida espansione.
Era pur sempre un capoluogo di provincia e i frusinati avevano sempre desiderato avere l’acqua corrente in città per evitare alle proprie mogli e figlie la "sfacchinata" di doverla attingere alle fontanelle sparse nella valle.
Inoltre, bisognava evitare di costringere le stesse donne di recarsi al fiume per lavare i panni, immerse nell’acqua anche d’inverno "con grave danno della salute...".
La Congregazione del Buon Governo non aveva mai trovato i fondi necessari per la realizzazione delle opere idrauliche e una soluzione apparve possibile quando Pio IX visitò la Ciociaria e si fermò una settimana in città (13 - 20 maggio 1863).
In occasione di uno storico discorso fatto alla popolazione, accorsa sotto il palazzo della Delegazione Apostolica, nel pomeriggio del 14 maggio dello stesso anno, vennero buttate le premesse per la realizzazione di un’opera moderna di sollevamento: un gioiello dell’ingegneria idraulica, all’avanguardia per la città. Un'opera certamente importante e, per i tempi in cui fu realizzata, addirittura imponente fu l'impianto idrico inaugurato col plauso universale l'8 dicembre 1869.
L’impianto poteva soddisfare le esigenze di circa 5.000 abitanti grazie ad una prima rete idrica interrata lungo le principali strade cittadine e grazie alla costruzione di diverse fontane e lavatoi.
Con la condotta che passava a poca distanza dalle abitazioni prontamente giunsero al Comune di Frosinone le domande per gli "allacci domestici" e, diverse volte, il Consiglio comunale deliberò le autorizzazioni.
Riportiamo una sintesi di una delibera scelta fra le molte conservate nella "Cartella della Delegazione Apostolica" presso l'Archivio di Stato di Frosinone.
"Il giorno 21 febbraio 1870 si è adunato il Consiglio previa invito precorso a forma di legge.
Presenti 24 consiglieri su 25 venne posta all'Ordine del Giorno l'istanza della Madre Superiora delle Serve di Gesù e Maria Agosiniane per ottenere una piccola quantità di acqua nel Monastero derivandola a tutte sue spese dal tubo di diramazione dell'acqua stessa della Città.
Durante il dibattimento il Consigliere Sig. Lanco D. Camillo Ciotti, che era del parere di accogliere la domanda delle Monache, propose di incaricare la Magistratura di regolare il quantitativo dell'acqua medesima proporzionatamente al volume che verrà diramata in Città.
Altri si associarono. Il Sig. Gonfaloniere Presidente faceva correre il bussolo sulla proposta dell'Arringatore Sig. Ciotti... Raccolti li voti venne accettata la proposta con voti favorevoli bianchi 24, nero 1.
Recitate le solite preci in ringraziamento, il Sig. Presidente dichiarava sciolta l'Adunanza.
Il citato carteggio evidenzia il fervore dei cittadini nel richedere gli allacci alla rete idrica per il piacere di poter avere l'acqua in casa.
10 ottobre 2008 - Testo della Commissione Culturale Parrocchiale - Vincenzo Papetti