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I FESTEGGIAMENTI DEL SANTUARIO
E' compito del "Gruppo Festeggiamenti" capire il significato delle celebrazioni liturgiche ed affiancare il parroco nell'animazione delle stesse, coinvolgendo la comunità.
LE MOTIVAZIONI DELLA FESTA
Per meglio far comprendere ai nostri lettori la storia del Santuario della Madonna della Neve narriamo gli episodi che sono avvenuti la sera del 10 maggio 1675: "Una sera diversa dalle altre, quando una moltitudine di persone aveva lasciato le proprie case senza un'apparente ragione e si erano ritrovati davanti all'immagine della Madonna".
Sul finire del secolo XVI veniva eletto a Pontefice il cardinale Felice Perotti che prese il nome di Sisto V. - La sua fama di restauratore dei costumi morali, in una Roma e in una corte pontificia corrotte, è ben nota.
Bastò poco tempo di una politica severa ma giusta perchè fosse quasi del tutto debellata la piaga del brigantaggio; si servì soprattutto di uomini integri che potessero far applicare le leggi, senza mancare di umanità.
Uno di questi fu Mons. Domenico Ginnasi, degno magistrato che non dimenticò mai di essere un ecclesiastico e quindi servitore del Vangelo.
Il 4 febbraio 1586 fu inviato dal Papa come Vicelegato delle province di Campagna e Marittima per stroncare il brigantaggio.
La sua sensibilità umana, la certezza che al di sopra della giustizia degli uomini esisteva la misericordia divina che apriva le sue braccia anche ai peccatori più incalliti, dovettero suggerire al Ginnasi la costruzione della piccola cappella che fu dedicata alla Vergine che, fin dall'inizio, ebbe il titolo di Madonna della Neve.
Era minuscola di dimensioni, ma sufficciente per permettere ai condannati a morte di esservi introdotti prima dell'esecuzione della sentenza perchè, pentiti delle proprie colpe, ottenessero il perdono divino.
Debellato il brigantaggio e diradatesi le sentenze capitali, poteva dirsi concluso il ruolo della cappella della Madonna della Neve che restò un luogo poco visitato. Crebbero i rovi, cedettero le porte ed in breve il luogo diventò ricovero di animali selvatici.
Viveva nei paraggi un semplice contadino di nome Ormisda Fontana che lavorava gli orti che si estendevano nel circondario della cappella e spesso vi recitava le preghiere.
Iniziò, un giorno, ad estirpare le spine, allontanò gli animali che vi avevano trovato rifugio e staccò le edere che erano penetrate nei muri. Faceva tutti questi lavori la sera, dopo una giornata trascorsa a dissodare i campi.
Ornò la cappella anche con suppellettili sacre e mantenne i lumi sempre accesi. Ciò suscitò l'ilarità delle persone del circondario ma lui ebbe a profetizzare la costruzione di un santuario proprio in quel luogo.
Correva l'anno 1675. L'anno del giubileo, sotto il pontificato di Clemente X, il giorno del 10 maggio, all'ora del vespro; una folla numerosa si ritrovò casualmente, senza alcun plausibile motivo, davanti alla cappella per venerare la Vergine Maria.
Fu grande la meraviglia della folla accorsa. Alla meraviglia successe la commozione, alla commozione le lacrime e le suppliche a Maria che, attraverso una ispirazione inetriore, li aveva chiamati prodigiosamente a venerala in quel luogo.
Ebbe ad affermare l'allora vescovo di Veroli Mons. Riccardo Degli Annibaleschi: "Il Signore è mirabile nei suoi Santi, ma è più meraviglioso nella Madre sua" Ma ecco il Fatto.
La stessa sera di quel 10 maggio 1675, mentre la folla si era ritrovata davanti alla cona, all'improvviso l'immagine si illuminò, la fronte della Vergine cominciò a sudare e il volto della Madonna diventò d'un colore vivo. Il miracolo si ripetè tante altre volte.
La descrizione del prodigio fatta dal Padre Pio Bianchi da S. Agnese è così suggestiva che viene riportata per intero:"Più e più volte popoli interi ammirarono il prodigioso sudore, e spesso vedevasi la bella Immagine cambiare il normale colore alquanto olivastro in un vermiglio e quindi trasmettere un candido sudore simile all'argento, che dalla tempia delicatamente cadendo, andava bagnando i panneggiamenti azzurri, che formano il vago manto della sacra Effigie, senza passar oltre.
Quelle stille erano di tanta chiarezza e splendore che la nicchia, non poco oscurata dall'antichità ed incuria, tramandava copiosissima luce; e molte persone, degne di fede, attestano che era tale lo splendore che, non solo di notte tempo, in cui fa comparsa ogni piccolo lume, ma ben anche di giorno superava la luce del sole.
Lo stillicidio di così lucide gemme alle volte durava più ore, quale finito, si vedeva la sacra Immagine ritornare nel suo pristino colore, che ricevè dal pennello" - (P. Pio Bianchi, o.c./pag. 11-12).
Come ormai da tradizione il Gruppo Festeggiamenti organizza una festa religiosa la sera del 10 maggio per ricordare il sacro prodigio della sudorazione avvenuto nel 1675.
Quattro processioni partono contemporaneamente dai singoli rioni parrocchiali, percorrono le strade del circondario e giungono contemporaneamente davanti al santuario della Madonna della Neve.
I Rioni che attualmente formano la parrocchia sono quattro: Rione La Botte, Rione Colle Cottorino, Rione De Matthaeis e Rione Madonna della Neve. Prima della nascita della parrocchia San Paolo il territtorio era più vasto e comprendeva anche il Rione La Torre.
La cerimonia, molto suggestiva si è svolge al lume delle fiaccole ed al canto delle litanie. Celebrata la Santa Messa tutti tornano emozionati alle proprie abitazioni.