IL SANTUARIO, LE RICORRENZE RELIGIOSE E GLI EVENTI STORICI


"Informativa sull'anno dedicato all'Apostolo Paolo"

Manteniamo queste informazioni per eventuali visite
"Abbazia di San Paolo fuori le mura"

Sabato 28 giugno, nella ricorrenza delle festività dei Santi apostoli Pietro e Paolo, patroni di Roma, Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica di San Paolo fuori le mura, la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità in occasione dell’apertura dell’Anno Paolino. Alla celebrazione hanno preso parte il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità cristiane.
Dalla cerimonia è emersa una unità di intenti che ha assunto come icona dell'evento le talari nere dei monaci che si mischiavano a quelle degli ortodossi, degli anglicani ed alle porpore dei cardinali.
I festeggiamenti del bimillenario della nascita dell'apostolo delle genti, si concluderanno il 29 giugno 2009.

Nell’omelia, Ratzinger, ha ricordato «l’opera divulgatrice del cristianesimo fatta da San Paolo», sottolineando come «la verità comporti sofferenze e amore».

E' facile intuire che nei prossimi 12 mesi Roma ospiterà decine di eventi per l'approfondimento dell’insegnamento paolino; eventi che contribuiranno alla riscoperta dell'eredità teologica e spirituale di Paolo di Tarso e, soprattutto, intesi a ricercheranno di promuovere una maggiore unità fra le chiese cristiane. Il coordinamento generale delle attività è stato affidato al Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica di S. Paolo.

La Commissione Culturale della Parrocchia Madonna della Neve di Frosinone, proporrà ai propri parrocchiani la possibilità di partecipare agli eventi in questione: pellegrinaggi, spettacoli, incontri culturali, che maggiormente caratterizzeranno l’Anno Paolino.
Inoltre, verranno avviate a Frosinone una serie di iniziative ed incontri pastorali, di volta in volta pubblicizzate, per un maggiore approfondimento del pensiero dell'Apostolo Paolo.

"BREVE CRONACA DEGLI EVENTI STORICI CHE HANNO PORTATO AL MARTIRIO DI PIETRO E PAOLO"

Si celebra San Paolo. Incontri e dibattiti seguiranno durante tutto l'anno inaugurato dal Papa.
L'anno è dedicato all’Apostolo Paolo, decapitato poco fuori Roma. Il martirio di Paolo e quello di Pietro, primo papa crocifisso, sono correlati con la sorte toccata ad alcune centinaia di cristiani, figli della Prima Chiesa, martirizzati subito dopo l'incendio di Roma.

Le cronache storiche di cui stiamo parlando ci riportano indietro nel tempo, fino al 19 luglio dell'anno 64, quando a Roma, nella zona del Circo Massimo, scoppia un vasto incendio, che divampa per più di una settimana, distruggendo circa due terzi della capitale dell’impero.
A Roma, accadevano spesso incendi: per l'affollamento urbano, per una edilizia residenziale ed artigianale, che faceva largo uso di legname e per le scarse norme di sicurezza adottate per la conservazione del fuoco.
Forse l'incendio è stato casuale, con una successiva forte componente dolosa. La voce popolare accusò del disastro direttamente l’imperatore Nerone, chiamandolo ad un pubblico chiarimento ed assunzione di responsabilità.

Ovviamente, Nerone si oppose, come racconta lo storico Tacito, alla «infamante opinione», cercò di proteggersi con «riti espiatori agli dei e consultazione di libri sibillini».
Successivamente, per sottrarsi al giudizio, in un ultimo disperato tentativo, non riuscendo a riabilitarsi «mette avanti come rei dell’incendio gente odiata per i loro riti malvagi comunemente chiamati cristiani...».

Centinaia di cristiani vengono catturati e condannati a morte con raffinata crudeltà, perché la loro fine sia oggetto di scherno e derisione.
Alcuni vengono ricoperti con pelli di belve e dati in pasto ai cani, altri vengono crocifissi, altri infine, spalmati di pece e resine incendiarie, arsi vivi lentamente su tronchi d’albero perché servano da torce nella notte. (Nella foto l'incontro fra Piero e Paolo prigionieri).

Nerone ha destinato a quello spettacolo anche i giardini della sua residenza, sotto il colle Vaticano, con l'occasione offre giochi nel circo. Nella consueta chiave paranoide, l'imperatore mima le gestualità dell'auriga, mescolandosi alla plebaglia sotto tale veste.
Non si sa con certezza quanti cristiani abbiano trovato la morte in quello spettacolo. Probabilmente diverse centinaia, senza raggiungere, forse, i 979 di cui si parla nel Martirologio Geronimiano, contenente le biografie dei primi martiri cristiani, unitamente ad alcune notizie sulla loro vita e con la data in cui si celebra la loro memoria.

Questi martiri sono quelli che il calendario liturgico ricorda il 30 giugno con la qualifica di Santi Protomartiri Romani.

E' ormai opinione diffusa che a questi martiri andrebbe accomunato anche san Pietro. Sulla base di recenti studi ed in base a quanto si ricava dalla rivalutazione di una lettera di Clemente Romano del 96, sappiamo che Pietro quasi certamente accompagnò al martirio quelle persone, finendo egli stesso crocifisso a testa in giù.

La data del 30 giugno relativa ai Protomartiri Romani è sorta casualmente come successiva alla rievocazione del martirio di Pietro fissato, secondo l’antica tradizione, insieme a quello di Paolo di Tarso, il cosiddetto Apostolo dei Gentili, al 29 giugno dell’anno 67. La data dei santi patroni di Roma.
Quasi certamente la data non è esatta. Essendo stato appurato che Pietro è morto con i martiri dell’incendio di Nerone, il tragico evento potrebbe essere accaduto un mese dopo il 19 luglio del 64, in agosto e, comunque, non tre anni dopo.

E’ certamente vero che molti dei cristiani arrestati per quell’incendio restarono per vario tempo nelle prigioni e le condanne arrivarono qualche tempo dopo l’incendio.
E questa sarebbe stata, in parte, anche la sorte toccata a Pietro e Paolo con la loro prigionia e il loro tentativo di fuga. E' infatti noto che vennero imprigionati nel Carcere Mamertino, da lì fuggirono presumibilmente nell’agosto del 64, separandosi sulla via Ostiense.

Pietro proseguì la fuga verso la Via Appia dove avrebbe avuto l’apparizione di Gesù e, alla richiesta dell’apostolo: «Signore, dove vai?”, questi avrebbe risposto: «A Roma per essere di nuovo crocifisso».

Paolo invece venne riagguantato dai soldati, subendo il martirio, sulla via Laurentina.
Paolo fu decapitato e la sua testa, rimbalzando tre volte sul terreno, face scaturire a ogni balzo una sorgente d’acqua, là dove sorse poi l’Abbazia delle Tre Fontane.

"Commento predisposto dalla Commissione Culturale"

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