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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


IL NEOCLASSICISMO A FROSINONE

"LA CARBONERIA A FRISINONE"

Il passaggio delle truppe austriache e gli episodi prima ricordati sono accaduti nello stesso anno in cui fu aperta a Frosinone una Vendita della Carboneria.

Lo Zirizzotti nel suo volume su Nicola Ricciotti ci informa a sufficienza sull’origine della setta nella nostra città. Il merito di averla fatta nascere e di averla avviata nella Ciociaria spetta a Nicola Fabrizi di Torrice, ex capitano della sussistenza nell’esercito di Giuseppe Napoleone.

Arcata di Porta Campagiorni - Frosinone Egli, dopo che già aveva acquistato aderenti un pò dovunque, nel gennaio 1821 «istituì la Vendita di Frosinone in casa di Luigi Marcocci alla Porta Campagiorni, nominando Gran Maestro lo stesso Marcocci, Nicola Ricciotti Maestro Ricevitore, cioè tesoriere, Giacomo Ricciotti e Giansanti Maestri Terribili, Clemente Capitani e Giacinto Ganzetti Primo e Secondo Assistente, Maestri semplici Domenico Ricciotti, Angelo Maria Martini, Angelo Maria Palmesi, Giuseppe Stefanelli, Giambattista Trina, Nicola Tomei, Paolo Sodani»

I carbonari, ancor prima che fosse aperto il loro circolo nella nostra città, avevano preparato una rivoluzione per il 10 gennaio 1821: «Quando, nel 1820, Napoli venne sconvolta da una rivoluzione che rovesciò il trono, proclami incendiari furono sparsi per i domini papali, chiamanti il popolo ad insorgere e ad unirsi con i quattro campi rivoluzionari di Pesaro, di Macerata, di Spoleto e di Frosinone».

Il progetto però non andò in esecuzione, sia perché il popolo non rispose ai proclami e sia perché gli organizzatori mancavano ancora dell’esperienza e preparazione necessaria. Così falli anche il tentativo del mese successivo. Frattanto le autorità governative incominciarono a dare la caccia ai carbonari e quindi questi continuarono a lavorare nascostamente e a mantenere i contatti con gli iscritti di altri centri in attesa del momento giusto. Il numero preciso degli iscritti alla setta non si conosce con esattezza. Lo Zirizzotti riferisce che «Nella sola Frosinone Nicola Ricciotti vantava più di 400 Carbonari».

Via Carbonaro - FrosinoneLa cifra però ci sembra un po’ esagerata. All’archivio della Segreteria di Stato si conserva un elenco degli iscritti alla società nel 1827.

In questo elenco vi figurano solo 102 frusinati, tra cui alcuni del regno di Napoli e solo domiciliati a Frosinone.

In simili circostanze si tende sempre ad esagerare per dare entusiasmo e sicurezza. Anche nella cospirazione del 1801 di cui abbiamo già parlato, avvenne un fatto simile. Anzi in quella circostanza si disse che i rivoluzionari dei paesi limitrofi erano due o tre mila.

Poiché abbiamo citato l’elenco conservato nell’Archivio Vaticano, ci piace far notare che ad ogni nominativo segue un’osservazione. Non potendole riferire tutte, ci limitiamo a quelle che riguardano le persone già nominate e più note.
Marcocci Luigi - «Possidente. In tempo della costituzione napolitana era capo Carbonaro. Adesso non dà luogo a rimarchi».

Tornei Nicola - «Impiegato al tribunale civile. Si porta bene».
Trina Giam battista - «Possidente. Maestro dei Carbonari. Mediocre è la sua condotta».
Zolla Francesco - «Spacciatore di sali e tabacchi. Buona è la sua condotta».
Riccio fu Nicola - «Bottegaio. Condannato per cause politiche».
Ricciotti Domenico - «Calzolaio. Condannato per cause politiche».
Riccio fu Giacomo - «Calzolaio. Condannato per cause politiche».
Marcocci D. Nicola - «Sacerdote. Sospetto. Effeminato»
Marcocci Giuseppe - «Avvocato. Sospetto - Buona è la sua condotta».

Simbologia della Repubblica PartenopeaE’ da notare che in questo elenco si parla di Giacomo Ricciotti come ancora vivente. Quindi è stato compilato prima del 2 giugno 1827, data della morte del suddetto. Più avanti dovremo parlare di Nicola Ricciotti e quindi avremo occasione di conoscere qualche altra notizia sull’opera dei Carbonari. Qui ci pare opportuna una considerazione, ai fini di un giudizio più sereno sull’azione di vigilanza e di repressione svolta dalle autorità governative nei riguardi dei medesimi.

Nel già citato Archivio Vaticano esiste un copioso materiale riguardante Frosinone negli anni 1820 - 1821.

E’ notevolmente più nutrito di quello che si riferisce agli altri anni. Vi si trova anche la documentazione della forte crescita del banditismo. Non c’è quindi da meravigliarsi se le autorità del tempo, sia di polizia, che giudiziarie, assolvessero il loro compito con impegno, dato che il lavoro segreto della carboneria appariva in certi casi alleato con la delinquenza comune. Peraltro esse non si lasciavano trascinare da falsi allarmi. Una prova ce l’abbiamo nella nostra Frosinone. Dopo che Pio VII condannò la Carboneria e scomunicò gli iscritti il 3 settembre 1821, i rivoluzionari cercavano di mimetizzarsi e camuffarsi in altri modi. Nacquero così le società degli «Eremiti Riformatori» e degli «Eremiti fedeli».

I francesi accampati a Napoli 1798 - 1799Questi ultimi vestivano una tonaca nera foderata di giallo all’interno, una cintura quadricolore (rosso, giallo, nero, turchino), lunga corona da un lato, con medaglia recante l’immagine di S. Vincenzo Ferreri sul retto, e fucile incrociato con spada nel verso. Ebbene, quando si venne a conoscere l’esistenza di questa setta, il parroco di S. Benedetto della nostra città, D. Angelo Sellari, incominciò a vedere dovunque amici di essa ed inviò un esposto al Segretario di Stato, Bernetti. Questi chiese, in linea riservatissima, informazioni al Delegato Apostolico Mons. L. Ciacchi. Questi rispose il 3 ottobre 1828, definendo il Sellari «molto zelante... e di immaginazione troppo viva».

Per formarsi un giudizio più equo, oggettivo e meno partigiano in tutta la storia risorgimentale, bisogna tenere presente i molti altri problemi che l’accompagnarono e che qui non possiamo neppure elencare, quali, per es., la virulenza politica e antireligiosa, la convinzione degli individui di ogni fronte ed estrazione che, crollando il potere temporale, sarebbe crollata nel Papa la possibilità di governare la Chiesa.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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