Lo striminzito bilancio sopra ricordato aiuta a comprendere il perché del lungo e faticoso andamento dei lavori pubblici. Ecco in succinto quello che venne fatto nel ‘600.
LOGGIA DEL MERCATO
Nel 1645 cadde il loggiato vecchio della piazza dove si svolgeva il mercato e dove avvenivano i pubblici bandi. Purtropoo il crollo causò una vittima, e cioè la morte del muratore che aveva iniziato la riparazione. Il comune il 2 settembre dello stesso anno deliberò e chiese l’autorizzazione per rifare la loggia. Però i lavori si dovettero trascinare a lungo, giacché troviamo scritto che il mercato coperto fu rifatto nel 1665, per una spesa di ducati l9t più 16 scudi «per fare il coperto».
Da tenere presente che il 24 luglio 1654 si ebbe un gravissimo
terremoto. Potrebbe quindi darsi che i lavori già eseguiti o in esecuzione siano andati distrutti in quella tristissima occasione.
FONTANA E PONTE DELLA FONTANA
L’8 giugno 1652 l’amministrazione comunale, e cioè «il Sindaco et uffiziali» inoltrarono istanza alla congregazione del Buon Governo per poter portare l’acqua della fontana al di quà del fiume Acquosa, perchè era caduto il ponte di legno travolto dalle «pianare». In tale situazione, per andare ad attirgere l’acqua da detta fontana «che serve per tutti i bisogni di questo Popolo», era necessario fare un lungo cammino e per di più con l'opposizione dei proprietari dei terreni sui quali bisognava passare. I lavori per portare 1 acqua al di quà del fiume furono preventivati dall ingegnere architetto Moraldi, per scudi 300. L autorizzazione fu concessa il 22 giugno 1652. La spesa
si sarebbe dovuta pagare con i crediti che il comune avanzava. Non sappiamo pero quello che avvenne dopo. Sappiamo invece che il 22 maggio 1665 il comune chiese al Buon Governo l’autorizzazione a costruire in muratura il ponte della fontana, per l’importo di sc. 350. Su questo lavoro abbiamo un’altra notizia.
Nel 1667 il governatore della provincia, Mons Negroni, fece arrestare Domenico Lupatti e compagni perché restituissero il denaro in più che avevano fatto sborsare all’amministrazione pubblica nella costruzione del ponte. Infatti le pietre, la pozzolana e la calce erano state fornite dal popolo e quindi non dovevano essere computate. Graziose le espressioni del governatore: «A tutti piacciono i quattrini del pubblico» e il Lupatti si è dimostrato un lupus aptus, un lupo adatto.
Non si pensi però che la fontana attuale e il vicino ponte antico siano quelli di cui si è parlato. Quelli esistenti furono costruiti nel 1773, a seguito del crollo del ponte costruito dal Lupatti.
Il 13 settembre del 1773 per un’altra piena improvvisa del Cosa, dovuta evidentemente a forti temporali, furono travolti i piloni del ponte costruito nel 1665 e così si provvide alla ricostruzione di un nuovo ponte e della fontana che ancor oggi si vedono - (Foto con particolre della fontana).
Quest’ultima detta del Bussi, non già dal nome dell’artista che la costruì, ma da quello del governatore del tempo, Bussi Depretis.
Si tratta pertanto di lavori molto vicini a noi: ecco perché l’opera, come aveva notato I’Hoare e ribadito il Quattrociocchi «non presenta alcuna traccia dell’antichità».
Giacché si sta parlando di ponti, ricorderemo che verso la fine dei 1671 l’amministrazione comunale riparò il ponte sul Cosa, sito in contrada Valle, per l’importo di sc. 85 e nel 1674, per sc. 30, quello sul Rivo.
LE PUBBLICHE STRADE
Due anni prima dell’Anno Santo del 1675 il prefetto della congregazione del Buon Governo, card. Altieri, aveva dato istruzioni perché venissero messe a punto tutte le strade.
Il 24 ottobre 1673 il governatore di Campagna e Marittima, Monsignor Battista Rubini, fece presente al cani, prefetto che per riparare le strade non bastava il denaro in avanzo delle tabelle, ma era necessario ricorrere a qualche colletta straordinaria. Fu a ciò autorizzato il 18 novembre 1673.
In tal modo il comune poté, non solo riparare le strade, ma anche il campanile di S. Maria, spendendo per quest’ultimo sc. 30, debitamente autorizzato con lettera del 15 settembre 1674. Ma i lavori che allora venivano eseguiti avevano poca durata di fronte alle sorprese della natura. Troviamo infatti che il 10 luglio 1677 l’autorità centrale autorizza la spesa di sc. 125 per risarcire la strada romana (Casilina), che era stata rovinata dalle acque. Il lavoro stradale più importante pare che sia stato compiuto nel tratto della attuale via Tiburtina, che va dall’Osteria del passo (piazzale De Matthaeis) all’altezza della Madonna della Neve.
In questo punto, proprio nell’Anno Santo del 1675 doveva accadere un fatto, che poi cambiò il volto della contrada. Le successive visite pastorali del vescovo notano che lungo il detto tratto di via ci furono piantati degli alberi. Inoltre ci fanno sapere che, prima che venisse riattata l’antica via Latina, che oggi si chiama Casilina, l’attuale via Tiburtina veniva chiamata la strada romana, perché, per recarsi a Roma, bisognava battere questa strada, chiamata in epoche diverse, anche prenestina e sublacense.
Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo
(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni) - "Editrice Frusinate 1975"
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