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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


NEL SECOLO DEL BAROCCO

"LE PORTE DELLA CITTA' DI FROSINONE"

PORTA CAMPAGIORNI

Giacché abbiamo nominato O. Carlo Campagiorni, ci sembra opportuno dire qualcosa sulla porta che ancor oggi è chiamata col suo nome Questa fino al sec XVII veniva chiamata porta di S Biagio perchè da essa si accedeva alla chiesetta omonima extra urbana, che sorgeva presso l’attuale piazza Quattro Novembre, al posto della Chiesa di S Antonio, demolita nel 1972.

La storia dell’acquisto dell’attuale nome può sintetizzarsi in tre momenti. Sul principio del 1636 il signor Giambattista Campagiorni «con licenza del pubblico Consiglio» aveva costruito e «appoggiata certa poca muraglia alla porta S. Biagio». Ne sorse una vertenza, che venne portata dinanzi alla congregazione del Buon Governo. Il Campagiorni, che era anche lui con le carte in regola, il 7 maggio 1636 sollecitò l’autorità centrale a chiudere la lite con sentenza favorevole. Troviamo poi che il 4 agosto 1660 D. Carlo Campagiorni, il quale aveva la casa appoggiata a detta porta, chiede l’autorizzazione a costruire una loggia. Ma, secondo un proverbio latino, tutto cresce, via via che si va avanti. In forza di questa dialettica il 30 giugno 1657 il nominato D. Carlo Campagiorni aveva ultimato la sua casa alla sinistra di porta S. Biagio e vi aveva anche portato l’acqua, prendendola dalla fontana a due cannelli che stava sulla destra. Inoltre aveva fatto dipingere sulla porta la Madonna che dà il Bambino a S. Antonio, lo stemma di Frosinone, quello papale in alto e due altri per ogni lato con cappelli vescovili e cardinalizi.

Il Campagiorni, cosciente di aver reso un servizio alla cittadinanza, chiese il rimborso per le spese di abbellimento della porta, ma la sua istanza non fu accolta perché i lavori non erano stati debitamente autorizzati.

In questo modo, in luogo del rimborso del danaro, il pubblico dette il nome di Campagiorni all’antica porta di S Biagio, o Porta Pinta, per le pitture che vi erano state fatte.

Per completare l’informazione, aggiungiamo che all’archivio di stato a Roma si conserva la carta a colori, sia della casa e sia della porta. Lo stemma pontificio è quello di Alessandro VII, che si è voluto onorare per i suoi segni di benevolenza a Frosinone.

Le immagini sacre che oggi arredano Porta Campagiorni

PORTA DELLA VALLE

Le immagini di due particolari della porta: il solaio e un cardine

Un caso analogo a quello del Campagiorni si era verificato nel 1639.

Lo riferiamo perché da esso si ricavano diverse notizie. L’8 gennaio 1639 i frusinati fanno un esposto contro D. Francesco Vinciprova perché aveva abusivamente occupato e recintato l’area su cui sorgeva l’antica porta della Valle, sormontata da una torre.

Ecco le testuali parole: «Nella terra di Frosinone vi è un portone antico di pietre lavorate, chiamato la porta della Valle, quale aveva anticamente un Torrone sopra con muraglie di lato, posto nella strada romana, qual Torrone, minacciando ruina, fu battuto a terra quando furono fatte strade nuove, con lasciarvi la strada da lato per servizio di carri, carrozze e some».

Da una antica pianta di Frosinone sappiamo che l’attuale piazza Garibaldi si chiamava piazza della Valle e l’attuale via Garibaldi era detta strada delle Valle. Possiamo quindi concludere che la torre di cui si parla stava sulla porta Garibaldi e fu demolita nel 1616 - 1620, quando fu rifatta la via Latina, oggi detta Casilina.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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