Il primo vantaggio urbanistico che derivò dal santuario nei primi anni del ‘700 fu la costruzione di una nuova strada: Via Madonna della Neve.
Nel giugno 1703 i religiosi inoltrarono istanza alla congregazione del B. Governo per avere «una congrua elemosina per la costruzione, d’un ponte sul vicino Rivo», che allora ne era privo. Esso si rendeva necessario sia per il passaggio degli stessi frusinati, specie nel periodo invernale, e sia «per il popolo forestiere che con grande frequenza vengono a venerare questa miracolosa immagine».
(Foto Famiglia Paniccia-Vona: Via Madonna della Neve anni '50)
Il prefetto della congregazione, card. Giuseppe Imperiali, il 15 giugno autorizzò un
contributo di «scudi trenta e non di più», a condizione che fosse approvato dal consiglio
comunale. Questo approvò perché «ciò ridonderebbe non solo a commodo dei forestieri,
che continuamente concorrono alla divozione di questa miracolosa immagine, ma anche
dei cittadini, che possiedono beni in quella parte, mentre nell’inverno per l'acqua si rende impraticabile la strada».
La licenza per poter dare il sussidio fu data il 7 luglio. Quando però si preparò il progetto, questo prevedeva la spesa di sc. 200.
Di fronte a questa difficoltà, ed anche perchè i proprietari dei terreni su cui doveva sorgere il ponte facevano opposizioni, i religiosi l’anno seguente ripiegarono verso un’altra opera: «si è giudicato sì dalli PP. oratori, come dai cittadini fare una strada in faccia alla detta chiesa ove non s’incontra difficoltà alcuna, anzi si rende più comoda ai viandanti e popolo numeroso che del continuo concorre a questa Vergine miracolosa». Quindi fu chiesta all’autorità centrale la licenza di poter impiegare in questa nuova opera i 30 scudi già stanziati per la costruzione del ponte.
(La foto riporta una esercitazione dei Vigili del fuoco, tenutasi a margine di Via Madonna della Neve, perimetrata con alberi di gelso, nel campo antistante la ex stazione STEFER, utilizzata come edificio scolastico ed oggi adibita a Delegazione Comunale.)
Il prefetto della congregazione richiese, come sempre, la deliberazione del consiglio
comunale e questo approvò l’istanza «con pienezza di voti», anche perché erano consenzienti i proprietari dei terreni su cui doveva tagliarsi la strada. Questa «sarà in faccia al di loro convento, e
corrispondente alla strada romana». La spesa preventivata era di scudi 40. I religiosi avrebbero pagato i dieci scudi in più e le eventuali altre differenze.
Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo
(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni) - "Editrice Frusinate 1975"
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