La storia europea del secolo XVI rotea intorno ai due avvenimenti centrali: la riforma protestante e il concilio tridentino.
Le vicende d’Italia però sono direttamente connesse con i 65 anni di guerra tra la Francia e la Spagna per il predominio nella nostra penisola. Anche la storia di Frosinone si colloca in questo duello tra francesi e spagnoli, per il ruolo addossatosi da Clemente VII e Paolo IV.
Diamo dunque uno sguardo alle vicende di questo secolo.
"IL DOCUMENTO DEL 6 - 5 - 1513"
Nel capitolo precedente, parlando degli statuti comunali, abbiamo rilevato che essi ebbero la conferma anche da parte di Leone X il 6 maggio 1513. Ora e necessario rileggere le patenti di tale conferma come sono state registrate dal cardinale camerlengo. Da esse si ricavano diverse notizie. E cioè:
1) Il comune viene esentato dal pagare un terzo della tassa annua del sale, perché lo impieghi al restauro delle mura.
2) Gli statuti che vengono confermati contengono aggiornamenti «onesti, lodevoli e non contrari alle libertà della Chiesa».
3) Vi si comanda «che siano inviolabilmente osservati i privilegi gli indulti e le immunità concesse dall’autorità apostolica».
4) Si fa obbligo che la legge sia uguale per tutti e quindi «che i presbiteri e chierici di detta terra, salvo quanto e loro necessario per il vitto, paghino le collette (tasse) e le ammende per i danni che dovessero arrecare i loro animali sciolti».
5) Allo scopo di concludere le vertenze dibattute per ragione di confine tra Frosinone e Ceccano, viene autorizzato il rettore della provincia a giudicare sull’intera questione e anche sull’omicidio commesso ai danni del ceccanese Vincenzo Blursi.
Per mettere sotto gli occhi del lettore tutto il contenuto, ne diamo solo la traduzione.
«Raffaele vescovo di Ostia e cardinale del titolo di S. Giorgio, Camerlengo del Santissimo Signor Papa e della Santa Romana Chiesa.
Ai diletti figli in Cristo, città e abitanti della terra di Frosinone, della provincia di Campagna, salute.
La sincerità della vostra devozione e della vostra costante fedeltà verso la chiesa merita che veniamo a voi incontro con grazie e favori; perciò, per mandato ecc.,
con matura deliberazione, a norma delle precedenti lettere... vi rimettiamo e vi condoniamo la terza parte del sale che voi dovete corrispondere alla Camera Apostolica, per impiegarla nei restauri delle mura di codesta terra;
confermiamo gli statuti e le vostre oneste e lodevoli riforme che sono in uso e che non avversano le libertà della chiesa;
comandiamo che vengano inesorabilmente osservati i privilegi, gli indulti e le immunità a voi concessi dall’autorità apostolica e che sono in uso;
inoltre vogliamo, decretiamo e dichiariamo che i presbiteri e chierici che abitano in detta terra paghino le collette sui loro beni patrimoniali, salvi quelli che sono necessari per il vitto, e incorrino nelle pene comuni per i danni arrecati dai loro animali sciolti;
volendo poi imporre fine alle liti sorte a causa di un territorio tra la detta università da una parte, e la città e gli abitanti di Ceccano, dall’altra, come anche per l'omicidio perpetrato nella persona di Vincenzo Blursio della stessa terra, rimettiamo al governatore di codesta provincia il mandato di ascoltare, giudicare, decidere e definire giuridicamente su tutte e singole le circostanze con facoltà di citare, condannare, assolvere e compiere tutto quello che richiede il merito di dette cause;
a tale scopo comandiamo al detto signor governatore e al suo luogotenente, al tesoriere e agli altri giudici e ufficiali di detta provincia e a qualsiasi altra autorità che osservino e facciano osservare quanto prescritto
«...Noi dichiariamo nullo e inane tutto ciò che sarà attentato contro (queste prescrizioni).
"ANCORA SUL FEUDO DI TURZIO CAETANI"
Nello stesso volume della C.A. troviamo registrato: «Leone X concede a Francesco Biondo, per lui, figli, eredi e successori maschi e femmine nati o da nascere legittimamente, alcuni possedimenti siti nel territorio di Frosinone della diocesi di Veroli, chiamati il feudo di Tuzio Caetani, concessi ad altri da Eugenio IV e Sisto IV, come viene narrato ampiamente in questa concessione, ecc., viene concesso come nobile e perpetuo feudo, sotto l’annuo censo di 15 carlini d’oro annui. 3 settembre 1518».
A questo punto vogliamo riferire una notizia interessante ai fini del discorso che abbiamo già tenuto sull’argomento della sede del rettore della provincia. Tra le pergamene del comune di Veroli ce n’è una in cui si dice che il Pubblico Consiglio aveva emesso degli ordini e che il tutto poi era stato «Confermato in Frosinone da Zac. Assisii Luogotenente di Campagna e Marittima il 9 gennaio 1517».
Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo
(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni) - "Editrice Frusinate 1975"
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