Non sappiamo con certezza come e quando Frosinone si sia incontrato con Roma.
Il primo episodio che Tito Livio racconta su Frusino si riferisce all’ultimo periodo della seconda guerra sannitica (325 - 304).
Negli ultimi 5 anni di quello scontro feroce, che aveva visto l’umiliazione dei Romani sotto il giogo presso le Forche Caudine (321), erano scesi in campo, in aiuto dei Sanniti, anche gli Etruschi. In quel frangente gli Ernici, nel 307, si erano riuniti al Circo marittimo anagnino per decidere se scendere in guerra o meno. Quale sia stato il risultato ce lo fa sapere lo storico di Roma.
Tutti gli Ernici, fatta eccezione di Ferentino, Alatri e Veroli, scesero in guerra contro i Romani, a cominciare da Anagni 416). La guerra però fu vinta dai Romani e, quindi questi, ancora prima della fine del conflitto, regolarono i conti con i loro avversari.
Alle tre città che non presero le armi furono lasciate le proprie leggi e il diritto di potersi imparentare insieme; agli Anagnini fu concessa la cittadinanza romana senza suffragio, con l’interdizione di fare comizi, eleggersi magistrati e imparentarsi tra loro.
A Frosinone invece, dopo qualche anno, essendosi venuto a sapere che aveva istigato gli Ernici contro i Romani, fu tolta una terza parte del suo territorio. I capi della congiura furono fustigati e decapitati e il Comune fu declassato a semplice prefettura di seconda classe.
L’episodio suddetto è riferito anche dallo storico greco Diodoro Siculo. Siamo nel 306 a.C. E' in quest’epoca e col suddetto doloroso evento che il primo degli storici romani fa entrare Frosinone nella storia.
L’episodio pone sul tappeto diversi problemi. I due più importanti sono questi: Come e quando Frosinone istigò gli Ernici contro Roma? Quale era la sua amministrazione interna prima di quella data?
La risposta ad entrambi i quesiti, allo stato attuale delle conoscenze, non può essere apodittica, ma
solo probabile.
Primo problema. In quanto all’opera istigatrice compiuta da Frosinone in mezzo agli Ernici contro Roma, pensiamo che sia stata svolta nell’assemblea tenuta da quei popoli al Circo marittimo anagnino. Come poteva infatti esercitare un’azione efficace in altro modo? Certo poteva giungervi per mezzo di individui già prima suggestionati. Però il fatto che diversi scrittori abbiano affermato che Frosinone sia stata ernica, ci induce a pensare che abbia in qualche modo preso parte a quella storica riunione.
Il Mommsen fa una considerazione intorno all’espressione adoperata da Tito Livio in quella
circostanza. Questi si esprime così: «Eccetto Ferentino, Alatri e Veroli, tutti gli Ernici (insieme ad Anagni) dichiararono guerra al popolo romano».
Orbene, si domanda il citato critico tedesco, chi potevano essere quei «tutti»? Oltre a Vico e a Trevi non c’è a chi pensare. E’ precisamente sulla formula adoperata da Tito Livio che si fonda la nostra enunziata risposta al quesito.
Secondo problema. Il De Matthaeis ha già risposto al secondo quesito, sostenendo che Frosinone, prima della dura punizione, sia stato municipio libero e federato a Roma. Il Devoto invece pensa che nel 313-311 fosse colonia romana senza suffragio.
Quali delle due affermazioni sarà conforme alla verità storica? A noi sembra che sia più probabile la tesi del De Matthaeis.
Conoscendo l’inconcussa autorità dell’illustre professore genovese di glottologia, non vorremmo contraddirlo.
Però due considerazioni ci fanno stare col primo storico frusinate. La prima è questa, che la declassazione a semplice prefettura «era un castigo dato alle città che dimostrate eransi
ingrate verso il popolo romano».
Dunque fino a quel momento Frosinone aveva goduto della liberalità, che i Romani erano soliti usare con i popoli vinti. Quale? Quella di lasciare loro le proprie leggi, a determinate condizioni.
La seconda è questa. Se Frosinone, prima di quella data, fosse stata colonia romana, non si potrebbe spiegare la sua opera di sobillazione.
Infatti, le colonie romane erano costituite da cittadini romani, mentre le
colonie latine erano formate da cittadini delle città latine. E’ verisimile che cittadini romani aizzassero gli Ernici contro la propria madre? Se, al contrario,
riteniamo che Frosinone era stato municipio autonomo, allora è comprensibile la dura punizione inflitta da Roma.
Le autonomie proprie che i Romani erano soliti lasciare alle città vinte erano condizionate dall’interdizione di contrarre matrimoni interni e di tenere assemblee che potessero portare a coalizioni antiromane. Frosinone aveva violato quest’ultima condizione e quindi la punizione lo colpì inesorabilmente.
Comunque, al difuori delle accennate questioni, la documentazione letteraria ci dice che Frosinone è entrata nella storia compiendo una sobillazione contro Roma nel 307 e subendo l’anno appresso una retrocessione civica e politica.
Da questo atto possiamo desumere la prima documentazione del fiero carattere degli antichi frusinati.
Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo
(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni) - "Editrice Frusinate 1975"