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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


NEL SECOLO DEL RINASCIMENTO

"DOPO IL SACCO DI ROMA"

"LA ROCCA CINQUECENTESCA"

"DOPO IL SACCO DI ROMA"

Purtroppo alla gloriosa pagina di cui abbiamo parlato se ne aggiunge una dolorosa. I Lanzichenecchi, dopo la fosca tregenda di Roma, scesero verso Napoli e passarono per Frosinone.

Vi si fermarono in numero di 500. Dietro loro vennero i soldati fiorentini guidati da Orazio Baglioni e alleati dei francesi comandati da Lautrec.

Questi avevano tutte le buone intenzioni di liberare la città. Però, dopo aver snidato i lanzichenecchi, si dettero a saccheggiarla.

Così «quello che non fecero i Barbari lo fecero i Barberini»!

Dopo questa bufera viene riorganizzata la vita della provincia di Campagna. Lo rileviamo dal registro della Camera Apostolica, dove nella revisione delle tabelle dei tributi si dice: «All’università di Frosinone nel nuovo stato di Campagna la tassa è fissata a 24 rubbia il 7 aprile 1544 fol. 3 e 6; ma si dice che non fu spedita la grazia».

"LA ROCCA CINQUECENTESCA"

Nel paragrafo riguardante l’epoca in cui Frosinone divenne capoluogo di Campagna e Marittima abbiamo ricordato molti atti compiuti nella "rocca" di Frosinone. Il richiamo a questo edificio lo troviamo in diversi altri documenti. Mai però ne abbiamo parlato di proposito. Pensiamo che sia ora il momento giusto.

Nel 1553 essa fu restaurata e quasi ricostruita perché era pressocché distrutta. Fu anche ampliata.

Prima di ricordare l’iscrizione monumentaria di questo fatto cerchiamo di ricostruire la storia del monumento, oggi divenuto palazzo della Prefettura.

Anzitutto richiamiamo alla mente che la prima sede della curia ecclesiastica fu il palazzo Sicone.

Ciò è affermato espressamente nell’infeudazione del 5 settembre 1207.

Ivi è anche chiarito che la Chiesa vi avrebbe tenuto 48 persone. Si tratta pertanto di un edificio già esistente e abbastanza vasto per ospitarvi tanti individui.

Piazza Muro Rotto - Frammento planimetrico - Archivio di Stato di FrosinoneSiccome però il nome di Sicone s’incontra già nella donazione fatta da Amato il 15 dicembre 1081 e, poiché la prima infeudazione compiuta dalla Chiesa, di cui possediamo il documento indiretto, risale all’898, è lecito pensare che già fin da allora la curia locale della stessa chiesa si sia stanziata nella casa Sicone. Non dimentichiamo quanto si è rilevato a suo luogo, che cioè proprio intorno a quel tempo la famiglia Sicone era sulla cresta dell’onda e signora di feudi.

Ma ancorché non si voglia risalire tanto indietro, bisogna sempre convenire che la prima sede della curia ecclesiastica a Frosinone fu il palazzo Sicone.

Dove si trovava questo grande edificio, che nei documenti del ‘200 - ‘300 e chiamato «palazzo maggiore»? Ci sembra di poterlo ubicare nei pressi di S. Maria nelle vicinanze dell'attuale Muro Rotto, forse sopra l'attuale piazza Scapaticci, che fino al secolo scorso veniva chiamata piazza Muro Rotto.

Ciò lo deduciamo dal fatto che nei documenti del due e trecento, già da noi citati, si parla di «Motta», ossia di terreno molto ripido.

D’altra parte sappiamo che allora gli edifici pubblici si raggruppavano intorno a un punto centrale, dominato dalla chiesa principale del luogo.

Ci orientiamo in questo senso anche perchè in un atto, già riportato, si dice che il luogo dove si amministrava la giustizia era di proprietà di S. Maria e vicino la stessa chiesa.

Rileggiamolo:

Piazza Muro Rotto - Frammento planimetrico - Archivio di Stato di Frosinone«Perciò il nobile signor Giovanni da Gualdo, dottore in legge, giudice generale della Curia delle province di Campagna e Marittima, sedendo in tribunale in un banco sistemato nel chiostro della casa dello stesso Giovanni nella terra di Frosinone di detta provincia di Campagna, abituale residenza dello stesso giudice, presso la chiesa di S. Maria e di proprietà della stessa chiesa, avanti la via pubblica ecc.»

Quest’atto è del 16 agosto 1374. Ma, nello stesso tempo e sotto lo stesso Giovanni da Gualdo, in diversi altri atti si parla dì «motta» e di «loggia».

Tutto questo ci induce a pensare che nel secolo XIV la rocca non è altro che l’antico palazzo Sicone, costruito nel punto suddetto, dal quale si poteva dominare la via Latina proveniente da Roma.

Ciò spiega il perché nei restauri del 1332 si parla di «muro di sostegno della stessa rocca».

In quale epoca allora fu ricostruita nel posto in cui oggi si trova il palazzo della Prefettura?

Pensiamo che ciò sia avvenuto nel secolo XV quando, cessato lo scisma d’occidente, la chiesa si ristrutturò su nuove basi e nelle forme volute dall’umanesimo e dal sorgere degli stati moderni.

Ciò dovette avvenire abbastanza presto. L’accenno alla «sala dipinta» dell’atto 21 marzo 1424 ci sollecita a questa ipotesi.

Ma lasciamo questo argomento non ancora chiaro e veniamo ai lavori di restauro compiuti nella rocca sotto la legazia svolta a Frosinone dal cardinale Cigada negli anni 1551 - 1553. Per farcene l’idea esatta dobbiamo leggere l’iscrizione che per la circostanza fu apposta in una lapide marmorea:
«Mentre era Pontefice Massimo Giulio II, il cardinale Giambattista Cigada del titolo di S. Clemente, legato, restaurò la rocca che era quasi rovinata, sistemò i locali per l’amministrazione della giustizia (per i tribunali), ampliò la piazza spianando un’altura, indisse i mercati (le fiere), nell’anno 1553, sotto la cura del Prolegato Girolamo De Federici vescovo di Savona».

Non sono necessarie le esegesi. Bisogna però aggiungere una notizia che non troviamo nella lapide e cioè che il portone centrale di questa rocca fu costruito su disegno di Michelangelo.

L’informazione ci viene data dall’ing. arch. Luigi Mazzarini, che elaborò i progetti per la costruzione del palazzo della Delegazione nel 1825 e di cui parleremo a suo luogo. Nella descrizione che ivi fa il detto architetto della rocca cinquecentesca ci dice anche che nel prospetto c’erano le torri.

Si trattava dunque di un importante e monumentale edificio.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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