Nel 1673 fu creato un nuovo ufficio nella curia provinciale di Frosinone: il procuratore dei poveri e dei rei.
Anticamente tutti i centri delle provincie di Campagna e Marittima tenevano a Frosinone un procuratore ciascuno per la trattazione degli affari dei rispettivi comuni. Con l'andare del tempo i centri più piccoli sospesero questi procuratori e affidavano, con minore spesa, il disbrigo dei loro affari a qualcuno dei procuratori degli altri centri più grossi che contunuarono a mentenerli. La cosa andò bene per qualche tempo, ma poi si accorsero che era necessario avere un individuo che avesse solo l'incarico di curare gli interessi dei piccoli centri e non fosse distratto da altre pratiche.
Il governatore della provincia, Mons. Giambattista Rubini, scrisse alla congregazione del Buon Governo proponendo che fosse nominato un procuratore unico per i centri più piccoli. Nello stesso tempo fece presente che non bisognava dare scudi 6 annui, quanti ne corrispondevano precedentemente i comuni, ma sei scudi mensili. In tal modo il nuovo titolare avrebbe potuto assolvere senza preoccupazioni il suo compito.
Inoltre suggerì di affidare allo stesso individuo il mandato di difendere sia i poveri e sia i carcerati, giacché gli affari dei detti centri si riducevano a poca cosa. La congregazione del Buon Governo il 10 giugno 1673 accettò la proposta del governatore, a condizione che tosse approvata anche dai consigli dei singoli comuni «accedente consensu Consiliorum Provinciae».
Il progetto del governatore incontrò il favore dei comuni e così nacque questo nuovo ufficio provinciale, che durò sino all’unità italiana. Vogliamo notare che prestò servizio anche Alessandro Kambo dal 1835 al 1852 e che l’ultimo titolare fu Gregorio Minotti, eletto dal Consiglio comunale il 21 febbraio 1870.
Del suo autore, il Sementi, così si è espresso il Lanzi: «Emulatore di Guido, - . riusci più corretto, più erudito e più forte».
Anticamente tutti i centri delle province di Campagna e Marittima tenevano a Frosinone un procuratore ciascuno per la trattazione degli affari dei rispettivi comuni. Con l’andare del tempo i centri più piccoli soppressero questi procuratori e affidavano, con minore spesa, il disbrigo dei loro affari a qualcuno dei procuratori degli altri 14 centri più grossi che continuarono a mantenerli.
La cosa andò bene per qualche tempo, ma poi si accorsero che era necessario avere un individuo che avesse solo l’incarico di curare gli interessi dei piccoli centri e non fosse distratto da altre pratiche.
Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo
(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni) - "Editrice Frusinate 1975"
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