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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


IL SECOLO DECIMOTERZO

"QUANDO DIVENNE CAPOLUOGO?"

"ERA CAPOLUOGO GIA' NEL '300"

"DIVENNE SEDE DEL RETTORE NEL '200"

"QUANDO DIVENNE CAPOLUOGO?"

Tutti sanno che Frosinone ai tempi dello Stato Pontificio era sede del rettore delle province di Campagna e Marittima corrispondenti in gran parte a quelle attuali di Frosinone e Latina.

Però gli scrittori non sono d’accordo nell’assegnare la data di origine. I più ritengono col De Matthaeis che Frosinone sia diventata sede stabile del governatore pontificio delle due suddette province verso la fine del ‘500. Infatti da quella data si conserva tutta la serie dei titolari.

L’Enciclopedia Treccani invece scrive: «Negli ultimi tempi del governo pontificio, (Frosinone) era capoluogo della provincia di Marittima e Campagna». Questa espressione un pò elastica viene resa più determinata poco dopo: «...per quanto dal principio del secolo Frosinone fosse eretta a capoluogo di Provincia». Si parla del secolo XIX.

Il Marocco pensa che lo sia stato anche prima del secolo XIV.

Wikipedia - Mappa del 1636 campagna di Roma Latium et SabinaDa parte sua il De Matthaeis e il Moroni avevano scritto, come abbiamo già riferito, che Frosinone ebbe questa sorte fin dal ‘200, sebbene in modo non stabile, mentre il Martinori aveva affermato categoricamente che lo era divenuto nel secolo XIII.

Di fronte a tanta incertezza e divergenza che cosa si può affermare di positivo?

Il presente paragrafo vuol rispondere a questo interrogativo. Lo faremo dando la parola, non alla bibliografia, ma alle fonti.

Anzitutto mettiamo in sodo la tesi del De Matthaeis. Che Frosinone dalla fine del ‘500 sia stata capoluogo di Campagna e Marittima non è il caso di insistere, anche per la brevità prefissaci.

Basta prendere visione dell’elenco dei governatori che inizia da quell’epoca e che il De Matthaeis ricavò dall’archivio comunale del suo tempo, basta consultare anche superficialmente l’archivio della Congregazione del Buon Governo, dove trovasi la maggior parte degli atti amministrativi della provincia, per convincersi della verità di questa asserzione. Spostiamo dunque la ricerca nei secoli precedenti.

"ERA CAPOLUOGO GIA' NEL '300"

L’Ermini ha pubblicato un documento del 1372 circa, nel quale abbiamo la descrizione di quasi tutti i centri della provincia di Campagna e Marittima.

Su Frosinone vi si legge: «Il paese (castrum) di Frosinone, dove la chiesa tiene il suo vicario e vi ha il balivo, le prevenzioni e gli appelli, l’esercito e il parlamento come nel luogo di sopra. Vi è nello stesso castello o paese la rocca, che solitamente non è custodita da alcun castellano, perché vi risiede di continuo il rettore con la sua famiglia».

L’espressione non lascia dubbi, specie se si tiene presente la documentazione che fra breve citeremo. Il rettore quindi risiede in continuazione nella rocca di Frosinone e per tale motivo c’è la consuetudine di non affidarlo a un castellano. Ed ora diamo la parola ai documenti.

A) Dall'archivio Caetani

Wikipedia - La Valle del Sacco Cartografia vaticana, XVI SecoloIl 14 settembre 1295 Angelo del signore Leone, milite di Alatri, nomina suo procuratore legale Giovanni detto Conte, figlio del giudice di Alatri, col mandato di vendere i beni e i diritti sul castello e territorio di Torre, sito nella diocesi di Alatri.

Questo atto è stato rogato a Frosinone dinanzi ai testi Giovanni da Aversa, giudice, il Maestro Prudenzio da Roma, notaio del signore rettore della provincia... Tommaso del Maestro Filippo da Frosinone notaio, e a molti altri testi. Nicola Siracusa notaio imperiale».

Il 24 febbraio 1300 il Vicario generale del rettore di Campagna e Marittima, Giovanni de Ronçano, su richiesta di Pietro Caetani, ordina al Maestro Manno «Aurifici» di citare i fratelli Giordano da Sgurgola, Gargano e Pietro, detentori del Castello di Sgurgola.

L'ordine viene emesso da Frosinone il 24 febbraio 1300. Il 17 aprile 1300 lo stesso Vicario generale emette e fa pubblicare il bando a mezzo di «Sergio da Frosinone mandatario e nunzio giurato dello curia, per il quale viene concessa libertà e sicurezza di movimento ai fratelli Giordano, Gualgnano e Pietro da Sgurgola e al loro procuratore sino a quando durerà la causa per i diritti nel detto castello».

«Il bando il nominato Vicario lo fece affiggere avanti il banco della legge, sotto la loggia della motta di Frosinone, in pubblico, perché possa essere visto da tutti pubblicamente e apertamente; comandò anche la cautela e commise a Nicola Pagano pubblico mandatario e banditore della Curia che facesse subito il pubblico bando al banco del tribunale per il paese di Frosinone e nei luoghi pubblici del detto paese...».

Wikipedia - Le provincie di Campagne e MarittimaIl notaio e il giudice ordinario della provincia era Ugugniccio di ser Tancredi de Poccioli.

«Il 21 aprile 1300 il suddetto Vicario generale Giacomo de Rançano vicario, condanna i suddetti Giordano, Gualgano e Pietro di Sgurgola, sedente in tribunale nella loggia della motta di Frosinone, dove è solito sedere per pronunziare le sentenze, dopo l’ora e il suono di terza... facendo da testi... Giovanni Piloso da Frosinone il notaio Oddone del Signor Giovanni, chierico della chiesa di S. Benedetto di Frosinone e diversi altri».

La sentenza fu poi esecutoriata il 30 aprile 1300: «Rogato (l’atto) nella sala del palazzo maggiore di Frosinone. Uguiccio di Ser Tancredi de Poccioli, giudice e notaio imperiale ordinario».

I documenti e atti fin qui citati dimostrano che Frosinone alla fine del ‘200 e all’inizio del ‘300 era capoluogo della provincia di Campagna e Marittima.

Spolveriamo ora qualche altro atto scaglionato lungo il secolo XIV.

Il 6 agosto 1337 Ruggiero de Vintron, rettore di Campagna e Marittima e di Benevento, in esecuzione delle bolle di Benedetto XII e Giovanni XXII conferma il processo e la sentenza di Raimondo de Rivera, vescovo di Cassino, e condanna Nicola Caetani col suo curatore, sotto pena di scomunica e interdetto, a pagare alla chiesa 12.000 fiorini per i frutti di Sermoneta e Bassiano, alla medesima ipotecati con legato di Francesco Caetani».

«Questi atti furono redatti a Frosinone, diocesi di Veroli, nella rocca di Frosinone, nella camera del rettore e giudice delegato».

La sentenza fu impugnata da Gregorio di Francone da Frosinone in corte d’appello. La causa di seconda istanza si svolse ad Anagni dinanzi al Can. del luogo Pietro di Guidone e vi furono riconosciute valide le ragioni di Nicola e Giacobello Caetani conti di Fondi.

Frosinone nel circondarioIl 7 settembre 1367 Nicola di Neve da Frosinone, notaio imperiale, autentica quattro protocolli ed indici del fu notaio Giacomo di Paolo da Ceccano. Questa legalizzazione fu compiuta «dinanzi al rappresentante del nobile Giovanni da Gualdo, giudice generale delle province di Campagna e Marittima e della sua Curia, al banco del tribunale nella motta della rocca del paese di Frosinone».

Altre autentiche simili vengono compiute «a Frosinone dinanzi al giudice generale e rettore» il 30 agosto 1368 e 2 febbraio 1369.

Il 6 ottobre 1368 «Antonio Caetani (conte palatino) chiede ed ottiene da Daniele Del Carretto, rettore di Campagna e Marittima la restituzione della torre dei Molini (in diocesi di Anagni) in esecuzione della bolla di Urbano V del 25 agosto 1370.

«Atto compiuto a Frosinone... da Daniele del Carretto, sedendo in tribunale nella sua camera nella rocca del paese di Frosinone».

Nello stesso anno, il 17 dicembre «Giovanni da Gualdo, giudice generale di Campagna e Marittima, ordina l’esecuzione della sentenza passata in giudicato, con la quale gli eredi di Giovanni Caetani (conte palatino) venivano condannati al pagamento di 2972 fiorini d’oro a favore di Andrea Giovanni, degli eredi di Bello di Guido e di Andrea di Stefano da Velletri».

L’atto è compiuto «dinanzi al signor Giovanni da Gualdo, dottore in legge giudice generale delle province di Campagna e Marittima, sedente in tribunale al banco della legge nella loggia della motta della rocca di Frosinone dove si amministra la giustizia».

Il lettore forse si stancherà di quest’arida elencazione di note. Però avvertirà anche che vi sono racchiuse preziose informazioni, non solo per la tesi che vogliamo provare, ma anche per la conoscenza della vita frusinate.

Ci si consenta dunque qualche altra citazione, specie perché vi si trovano altre preziose notizie.

Wikipedia - Pianta della Marittima e delle Paludi Pontine - Formata per ordine di Pio VI (XVIII secolo)

Il 16 agosto 1374 viene autenticato un istrumento del notaio Paolo dal giudice ordinario Pietro di Nunzio Pietro da Gualdo. Qui è detto: «Perciò il nobile signor Giovanni da Gualdo, dottore in legge, giudice generale della Curia delle province di Campagna e Marittima, sedendo in tribunale in un banco sistemato nel chiostro della casa dello stesso Giovanni nella terra di Frosinone di detta provincia di Campagna, abituale residenza dello stesso giudice, presso la chiesa di S. Maria e di proprietà della stessa chiesa, avanti la via pubblica vi appose l’autorità sua della curia e il suo decreto...».

Con atti del 4 e 6 novembre 1374 «Daniele del Carretto rettore di Campagna e Marittima e di Benevento... reintegra Maria da Ceccano nel possesso di metà di Amara, del castello di Torre e dei beni tutti assegnatile per matrimonio da Giovanni Caetani. Atto compiuto a Frosinone nella loggia superiore dello stesso paese, testi... Nicola da Neve da Frosinone».

Il 29 dicembre 1374 «Rinaldo, abate di S. Lorenzo in Campo, luogotenente del vicario di Campagna e Marittima per 400 f1orini d’oro assolve Antonio e Tuzio Caetani e loro seguaci, che in un atto incontrollato avevano ucciso lo zio Nicola Caetani.

«Atto compiuto nella suddetta loggia superiore della rocca di Frosinone».

Altri atti simili furono compiuti a Frosinone, nella rocca, al banco del tribunale, che, per non appesantire troppo, omettiamo. E’ dunque sufficientemente provato che Frosinone già nel ‘300 era capoluogo delle province di Campagna e Marittima.

A) Da altri archivi

Quanto abbiamo finora esposto è stato ricavato dai documenti dell’archivio Caetani, che Gelasio Caetani ha pubblicato in sei volumi negli anni 1925 - ‘32.

Però già fin dal 1816 un amico dal De Matthaeis, Luigi Cardinali da Velletri, aveva dimostrato la tesi che noi abbiamo or ora provato. Egli stampò una lettera indirizzata allo storico frusinate.

In essa richiama l’attenzione su due generi di documenti. L’uno appartenente all’archivio della metropolitana di Benevento e l’altro ai registri della sua città natia, Velletri.

1) Documenti Beneventani. Si tratta di due decreti emessi in Frosinone da Ruggiero da Vintron che allora era contemporaneo rettore di Campagna - Marittima e di Benevento. Il primo è del 7 marzo 1330 ed è l’atto di nomina del suo vicario per la provincia di Benevento nella persona di Raimondo, abate del monastero di Casa Nuova.

Benevento - Chiostro monumentale Monastero di santa SofiaIl secondo è l’atto di autorizzazione emesso a favore del suddetto suo vicario, perché possa giudicare su una causa sorta tra il monastero beneventano di S. Sofia, da una parte, e il procuratore del fisco Maestro Pietro De Gregorio, dall’altra. Questo secondo decreto è del 23 aprile 1330. Entrambi i documenti erano stati pubblicati dal Borgia.

2) Documenti Velletrani. Si tratta di due processi velletrani dibattuti nella «Curia generale» di Frosinone e delle spese sostenute per l'invio di un messo comunale per saldare il conto presso la stessa «curia generale di Frosinone».

Dobbiamo poi ricordare che lo stesso autore sostiene che l'affermazione del Caetani nella vita di Gelasio II bisogna intenderla per il tempo di cui parla e non già per quello in cui scrive.

L'affermazione del Caetani è questa «Frosinone città dei medesimi Conti (Caetani) e reggia della Campagna».

Poiché Gelasio II (1118 - 1119) fu papa nel primo ventennio del secolo XII, se fosse provata questa asserzione, bisognerebbe concludere che anche a quell’epoca Frosinone fosse capoluogo di provincia.
Di questa opinione è il De Matthaeis. Ma noi non conosciamo la documentazione che possa sostenere una simile tesi. Quindi restiamo fermi su quanto esposto e concludiamo col paragrafo seguente.

"DIVENNE SEDE DEL RETTORE NEL '200"

Una prima prova della presenza a Frosinone del rettore di Campagna e Marittima nel ‘200 la troviamo in un documento riguardante l’episodio dell’invasione di Adinolfo di Nicola da Anagni, di cui abbiamo già parlato.

Nella lettera pontificia del 23 ottobre 1283 è affermato che l’allora Andrea Spiliati, cappellano del Papa e rettore di Campagna e Marittima, allorché il detto Adinolfo occupò Frosinone, si trovava a Terracina e, quando ritornò, Adinolfo gli impedì che rientrasse a Frosinone sua sede.

Visita di Pio IX a Frosinone - Il palazzo della delegazione Apostolica sorgeva presso l'attuale prefetturaIl testo però lascia dei dubbi. Infatti ivi è detto che il rettore di Campagna e Marittima esercitava un governo speciale e generale su Frosinone. Ciò potrebbe significare che vi si trovasse in qualità di commissario straordinario. Frosinone per altro aveva il suo sindaco nella persona di Giovanni Capocci ucciso da Giovanni Scotti.

Tuttavia il contesto fa pensare che Frosinone fosse già la sede del rettore provinciale.

Un secondo argomento che prova questa tesi l’abbiamo negli atti notarili riguardanti la speciale sottomissione di Frosinone al Papa (7 novembre 1283; 29 gennaio 1284) e la concessione dei «privilegi» elettorali largiti ai frusinati il 16 giugno 1284.

Nel verbale dell’assemblea popolare, tenuta il 7 novembre 1283, si parla del rettore di Campagna e Marittima, del suo Bargello Gerardo e del suo notaio Pace Monaldi, come normali abitanti di Frosinone. In esso è anche esplicitamente affermato che lo Spiliati era rettore della Provincia e podestà del luogo.

Inoltre sia in questo primo verbale e sia in quello del 29 gennaio 1284 non si parla di rettore, ma di rettori. Segno che, oltre a quello del comune, ce n’era un altro, che era quello della provincia.
Che l’interpretazione debba essere questa, viene confermato dalle espressioni usate nell’atto del 16 giugno 1284.

Quivi, tra l’altro, si concede «la metà degli incassi provenienti dalle multe e dalle ammende o condanne pecuniarie inflitte sia dal rettore di Campagna e i suoi ufficiali e sia dal rettore dello stesso comune».

Chi potrebbe ragionevolmente pensare che il rettore della provincia non risiedesse a Frosinone? Bisognerebbe ammettere come cosa giusta che egli avesse la sua sede in altra città e poi gli incassi dei suoi tribunali andassero, non già alla sede di sua residenza, ma a Frosinone.

Da ciò siamo convinti che Frosinone sia diventato sede del rettore della provincia nella seconda metà del secolo XIII. L’atto del 14 settembre 1295, citato prima, ce ne dà la conferma.

Ci pare quindi di poter concludere in questo modo.

1) coglie nel segno il Moroni allorché, ripetendo il De Matthaeis, scrive: «Quando la S. Sede incominciò a mandare i cardinali legati in questa provincia, ordinariamente la loro residenza fu stabilita a Frosinone, come fece il Cardinale Gregorio Crescenzi, mandatovi in qualità di legato da Innocenzo III, il cardinale Giovanni Colonna che vi fu mandato da Onorio III nel 1216 e gli altri successori.

Questa asserzione è in armonia con quanto è sancito nella locazione del 5 settembre 1207 nella quale la casa «de Siconibus» viene destinata per gli ufficiali della curia romana.

2) Durante il secolo XIII la dimora dei rettori della provincia non era stabile, quindi non si deve ritenere che siano stati sempre a Frosinone. Tale instabilità il De Matthaeis la fa dipendere dalle continue guerre dei Baroni. Ipotesi verisimilissima.

3) Verso la fine dello stesso secolo la dimora incomincia a diventare più stabile. Ciò non toglie che il rettore in determinate circostanze abbia preso stanza altrove come si desume dai documenti.
Anche in tempi recenti, per esempio nel 1824, allorché fu inviato il Delegato Apostolico speciale Monsignore Giovanni Antonio Benvenuti, era stata scelta come sede la città di Ferentino e come abitazione del delegato il palazzo Stampa. Cosa che però non si effettuò.

4) Il fatto che il rettore della provincia di Campagna e Marittima abbia avuto la residenza in altri centri non toglie che Frosinone sia stato normalmente «il capoluogo» di detta provincia.
«Perciò quantunque Ferentino, Anagni, Piperno e qualche altra città della provincia siano state onorate in diversi tempi della residenza di qualcuno dei cardinali legati della Sede Apostolica, pur nonostante Frosinone non ha cessato mai di essere considerato come luogo ordinario determinato dal governo per la sede di un tribunale generale, e come capo dell’intera provincia».

"FERENTINO E LA SEDE DEL RETTORE DELLA PROVINCIA"

Le enunziate conclusioni a cui ci ha indotti la documentazione citata richiedono un ulteriore chiarimento e precisazione dopo gli accurati studi condotti dal prof. Benedetto Catracchia. L’esimio cultore di storia ferentinate ha pubblicato uno studio nel quale dimostra che Ferentino è stata sede del rettore di Campagna e Marittima dalla fine del sec. XII al 1557.

Ferentino - Palazzo di Innocenzo IIIIn esso viene pubblicato l’elenco dei titolari che hanno coperto la carica a cominciare dal 1199 col nome di Landone di Montelongo. Inoltre risulta dai documenti che il locale palazzo dei SS. Giovanni e Paolo è chiamato sede dei Rettori della Provincia e che, fino a non molto tempo fa, in una sala di esso si conservavano gli stemmi di tutti i Rettori.
In una sua recente pubblicazione ripete: «Per la sua posizione al centro della Campagna Romana, fortificato da ogni lato contro eventuali assalti, ritenuta fedele per tanti secoli Ferentino fu scelta da Innocenzo III a sede dei Rettori di Campagna e Marittima».

La difficoltà chiarisce ancor di più quello che abbiamo affermato.

Nel periodo a cui si riferisce il Catracchia la sede del rettore si spostava secondo le esigenze delle province di Campagna e Marittima e le possibilità che offrivano i diversi centri per risolvere determinate situazioni. Così, per fare un esempio, troviamo Andrea Spiliati nel 1282 a Ferentino, nel 1283 - ‘84 a Frosinone; Nicola Buccamazzi nel 1294 a Frosinone, nel 1295 a Ferentino; Gerardo della Valle nel 1323 a Ferentino nel 1327 a Frosinone; Daniele Del Carretto dal 1368 al 1370 a Frosinone, e alla fine di quest’anno a Ferentino.

Inoltre è necessario distinguere il rettore della provincia dal comandante militare di essa. In certi casi non si tratta del rettore, ma del capo degli eserciti.

Il fatto poi che in diverse città s’incontrano il «palazzo del rettore» o la «rocca pontificia», può farci supporre che ci sia stata una specie di rete di tali edifici che serviva ad un governo mobile della stessa provincia.

In quanto a Frosinone bisogna notare che nella locazione del 5 settembre 1207 è esplicitamente affermato che la Chiesa si riservava il palazzo de Siconibus, per tenervi 48 uomini. Non si può negare che si tratti di una curia locale.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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